E' notizia di poco fa che a Macerata un uomo ha esploso colpi di pistola su alcune persone e, prima di proseguire, riporto due articoli affinché vi possiate fare un'idea: Repubblica, Corriere della Sera. Poi, proseguendo, si può dire che ovviamente i rispettivi colori della pelle erano differenti: bianco il cowboy, neri i bersagli.... Continue Reading →
Il COX18 e la Calusca – una frase su un muro imbrattato e le luci della città
Stavo per andare a dormire, giuro, poi mi sono imbattuto in un vecchissimo articolo d'archivio - ogni tanto lo faccio, di spulciare gli archivi online dei giornali - e ho riletto ex-novo del giorno in cui il magnifico rettore Vago decise di far sgombrare la libreria Ex Cuem dell'Università Statale, sede di Festa del... Continue Reading →
Preferisco il mio hangover alla vostra memoria
Giornata della Memoria. La scena si apre in piano sequenza, uomini in doppiopetto su palchi addobbati, microfoni estesi, world broadcasting. Parole chiave: mai più, barbarie, orrore, ricordare è importante, siamo la nostra memoria. BLA. BLA. BLA. e ancora BLA. BLA. BLA. Poi: applausi, strette di mano, ghirlande di fiori, cordoglio, celebrazione, saluti. Tutto questo mentre:... Continue Reading →
Supersonic, generazione senza generazione – Minchia ma ci sono le elezioni?
Scrivo senza sentire il contatto dei polpastrelli sui tasti, scrivo inconsapevolmente al tavolo d'un ennesimo pasto nudo, ché ormai, per parlare di politica, in mezzo a tutto questo vuoto rumore devi essere incapace di intendere e volere, perché - dai! - che ignominia essere l'ennesimo pappagallino strillante in mezzo ad una pletora d'altri pappagallini strillanti:... Continue Reading →
Assassinare John Cheever – Dope Lemon, Marinade
Siamo gli interruttori delle nostre euforie intermittenti, ho scritto ‘sta cazzata in uno status facebook e m’è venuto in mente d’attaccarcene un altro paio, così tanto per. Perché mi piaceva il concetto di interruttore, che tutti pensiamo al tasto – presente? Il clac! sul muro che, puff!, e luce fu! – però io scrivendo interruttori... Continue Reading →
A Ruota Fottutamente Libera – Bon Iver “Minnesota, WI”
A ruota fottutamente libera. La stanza è troppo piccola e tutto è troppo in disordine e sono settimane che mi inseguo senza raggiungermi mai, che m'incontro la notte, mi guardo allo specchio, mi fisso negli occhi per qualche minuto. Non so che storia è, che roba è, non so perché mi siano ripiaciute... Continue Reading →
I Giovani, L’Esperienza, Ciò Che Si Impara – Elliott Brood, The Widower
Quanto fanno impressione le sedie vuote, voglio dire, quelle dove sai che una volta c'era seduto qualcuno? Immaginare le parole, le frasi, la confusione, la birra versata dal gesticolare con foga, schiuma bianca su legno marrone, sguardo stizzito per due sorsi sprecati. Quanto fa impressione ripassare nei posti in cui s'è passati tanto prima,... Continue Reading →
Tutto L’Amore Che Odio – Sogni In Technicolor
D'amore si parla spesso, molti ci hanno costruito carriere su questo argomento che io reputo il più inflazionato dell'epoca moderna e contemporanea al punto che non lo sopporto più. Questo sentimento travolgente e fine a se stesso - così come è descritto in liriche, libri e testi, dai Coldplay a Susanna Tamaro, passando per una... Continue Reading →
Sheet Post – Scrivere Senza Carta
Cent'anni, due minuti, un quarto d'ora, la canzone giusta. Evadere dal tempo, elastico, per congelarlo in un istante brevissimo. Ti guardo, ridi, mi guardi, ridi. Cent'anni, due minuti, un quarto d'ora. Ad inseguire ritardi temporali, ritagli momentanei, bolle di sapone da cui entri ed esci senza scoppiarle. S'impara a volare senza aver paura d'atterrare,... Continue Reading →
Sleep Well Beast – Il Maledetto Matt Berninger
E' uscito un cd, volevo farne una recensione track by track. Non l'ho fatto perché avrei dovuto parafrasare troppe cose e le parafrasi annoiano e avrei dovuto rivolgermi a un tu non generico, diversi tu a seconda dei casi e non ne avevo voglia. Non perché svogliato, ma perché non vedo molto senso nel parlare per... Continue Reading →
8 (circle) from 22, A Million – Yates, Revolutionary Road, Figure Riflesse
Penne spuntate, avere la metà delle parole per raccontare la totalità di un'immagine. Tappare i buchi con piccole pause, spezzare la sintassi per vanificare l'attesa. Sospendere i significati. Avete mai dato un nome a quello che vi manca nell'attimo prima di addormentarvi, avete mai avuto questo coraggio? Ho visto un riflesso in una pozzanghera... Continue Reading →
Preso In Mezzo – And I Could See For Miles, Miles, Miles
Preso in mezzo. Il pomo della discordia è un calesse su strada gommata. Gli asteroidi cadono solo sulle mamme che dicono le bugie. Il cioccolato è un accessorio inutile solo se hai qualcuno che ti fa delle coccole. Le coperte di lana salvano la vita. I letti degli altri sono sempre più comodi del... Continue Reading →
La Signora Dei Ghiacci – Blackout Problems, “The National”
Hai gli occhi azzurri, signora dei ghiacci, e ogni volta che guardi, guardi come se pensassi di riuscire a nascondere ciò che celi. Dietro l'autoironia, il non parlare seriamente mai di nulla e in nessun caso; eppure, signora, si nota, nel blu della tua iride, che c'è qualcosa nascosto nel doppio fondo dei tuoi... Continue Reading →
I Giovani Sono Il Futuro – Mazzy Star, “Fade Into You”
Il resto è sempre la solita solfa, ecco cosa, un carnet di perché e percome che liberamente ometti, conscio del fatto che sono sempre le stesse parole, gli stessi concetti e non è di certo ripetendoli una volta in più che la situazione cambia. Come quando provano a spiegare me stesso a me e... Continue Reading →
Chester – Shadow Of The Day
Sono seduto davanti a questo monitor da una mezz'ora buona e sto ascoltando canzoni che non facevo suonare da un bel pezzo in camera mia. Sono dovuto andare a riprenderle, quasi ad inseguirle, con uno strano senso d'urgenza addosso, quasi che qualcosa mi stesse scivolando via dalle mani. In questa mezz'oretta di ascolto spasmodico,... Continue Reading →
Aldro – Lettera D’Amore
Ciao. Acceso, spento, pieno e vuoto. Entri in casa, pomeriggio, telegiornale, omicidio. Entri in casa, pomeriggio, telegiornale, pugni stretti. Ciao. Poca aria, tutto buio. Un concerto, un botto allucinante, birra per terra, sopracciglioni incazzati. Scusa, ma va figurati, te la ripago, grazie. Ciao. Te l'eri cercata, ricordi? Avevi un cuscino sotto la testa, ricordi? Avrai... Continue Reading →
Love’s an Hamburger – ABAY, “1997 (Exit A)”
C'è una strana poesia nel fuoco, una distruzione decadente che conferisce alle fiamme un fascino interamente romantico. E ci sono coppie che prendono in pieno questo romanticismo prorompente, questo decadentismo dolce e si accoppiano sul balcone, con sotto la rivolta, la strada distrutta, le cariche della polizia e le barricate dei ragazzi. Come se... Continue Reading →
Londra Dov’è, Londra Non C’è – Negrita “Greta”
Perdiamoci per strada, facciamo mattino, svegliamoci disturbati dal sole nel tardo pomeriggio. Guardiamo il tramonto, improvvisiamo in balcone una colazione serale, seduti ad un tavolo di legno traballante, versando caffè, spalmando marmellata. Chiedimi di restare, anche se sai che devo andare. Chiedimi di tornare, anche se sai che tornerò. Rubami due righe, chiedimele a... Continue Reading →
Ho Visto Nina Dabbare – Electric President, “Ten Thousand Lines”
La nostalgia canaglia la buttiamo via, perché non ci serve. Non ci serve nella stessa misura in cui non ci serve la mancanza, o la dimensione umidiccia e maleodorante del sarebbe potuto essere. E non perché dobbiamo essere duri, inscalfibili e impenetrabili, ma perché non ci serve assolutamente a nulla, perché la questione è una... Continue Reading →
E Gli Incubus Dove Li Mettiamo? – Incubus “If Not Now, When?”
E gli Incubus dove li mettiamo? Ci sono canzoni che vengono lasciate da parte - motivi imprecisati - come quando ti regalano qualcosa di bello - e però anche fragile - che riponi protetto in una qualche teca - uno di quei mobili con le ante a vetro in cui vedi dentro e in... Continue Reading →