Lost In Translation – Sono Infinito

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Le parole che mi fai venire in mente sono così tante che la maggior parte le ho usate con persone che non erano te. Non è grave, l’ho dovuto fare perché il corpo, dopo un certo limite, non le può più contenere. L’ho dovuto fare perché, come dice Goleman, le emozioni non sono tue finché non le sai spiegare e io ho sempre avuto bisogno che quest’emozione fosse mia, perché non c’è nulla che mi possa appartenere, se non mi appartiene questa cosa.
Per certi versi sono un truffatore che agisce in tuo nome, ma questo non deve farti sentire responsabile di niente. E’ solo l’aspetto assurdo d’un qualcosa di reale, qualcosa che non può che essere così.

Per tanto tempo sono stato perso nelle mie parole, in frasi che andavano ad accarezzare visi che non erano il tuo, in traduzioni fedeli di quello che tu mi facevi percepire e che io non raccontavo a te. Probabilmente, insieme alle emozioni, ho regalato anche la possibilità di essere te, per induzione o per creazione dell’immaginario che sia. Non so dire se questa sia o meno una cosa triste, è certo che è stata inevitabile: è ciò che mi ha reso pazzo abbastanza da permettermi di non impazzire. E’ ciò che mi ha permesso, quando mi sono scoperto pronto, di riconoscere quale fosse la strada di casa. E’ stata la mia forza quando il pavimento ha rischiato di crollarmi sotto i piedi. In fin dei conti è un privilegio, una forza e non una debolezza.

Ora la smetto di parlare e vengo a sedermi vicino a te e ti guardo e non dico nulla, o ci provo, per almeno trenta secondi. Poi ti abbraccio, ti stringo forte, provo quella inspiegabile sensazione di protezione sincera.
Poi, magari, possiamo andare a fare una passeggiata per vedere in quale luogo nascano le albe e domani potrai dormire tutto il giorno e, quando ti sveglierai, troverai già pronto da mangiare perché cucinerò io per te. E potrai preoccuparti solo delle cose che fanno veramente preoccupare: la morte, i piatti, la lavatrice, il freddo e la paura. E potrai scoprire che, ciò che succede di notte, di giorno è ancora più vero e non è necessario che svanisca, perché l’apollineo è solo una continua ripetizione dell’identico, se non è accompagnato al dionisiaco.

Adesso io non ho più bisogno di tradurti a nessuno, perché sono stato caos, mi sono disgregato, ricomposto e ora sono più grande: posso contenere l’infinità delle cose.
Sono infinito.

 

[Sea Wolf “Oh Maria!”]

2 risposte a "Lost In Translation – Sono Infinito"

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