(Il) Divenire Distratto

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Distratti, siamo distratti.
Non c’è un cazzo da fare.

Il sole è alto, è una bella giornata e le nuvole, di quella consistenza simile alla panna, occupano il cielo per il tempo che il vento concede loro.
Fa freddo, ma non quel freddo bastardo che ti spacca le ossa, irrita le cicatrici. No, piuttosto è un freddo amico, che ti avvolge e tu accendi una sigaretta, alzi il bavero del cappotto, sbuffi fumo e sorridi.

Poi ti chiedi che cosa ci sia da sorridere, ma per pigrizia eviti di darti una risposta.

Da qualche parte, nel mondo, c’è qualcuno che si sta innamorando per la prima volta e, al contempo, qualcuno che sta scoprendo di non esserlo più.
Succede sempre.
Io credo sia distrazione.
Ci abituiamo così bene ad avere determinate cose che, infine, finiamo per stufarci.
Lo straordinario diviene banale perché siamo noi a renderlo tale e, allora, convinti di non averlo più, riprendiamo la ricerca.
Una ricerca che non avrà mai fine, perché dettata dalle motivazioni sbagliate.
Non abbiamo quello che vogliamo e non troviamo ciò che cerchiamo perché, stronzi come siamo, non siamo in grado di riconoscere il fantastico quando ci capita tra le mani.
Oppure lo riconosciamo, ma finisce sempre che c’è qualcosa di più importante da fare, o qualcosa di non così importante da dire.

La luce del sole rimbalza sulle facciate delle case, punge gli occhi riflettendosi sulle finestre, ti taglia il viso in combutta con l’aria che sa di neve e ti ricorda tutte le cose che non hai ricevuto per natale.

Siamo distratti, eccome se siamo distratti.
Rimarremo stupiti, un giorno, quando ci faranno notare che ciò che abbiamo è andato a schifìo.
Così concentrati su noi stessi, così non curanti di quello cui ci diciamo interessati.
Avremmo dovuto credere a meno fiabe, considerare di più la vita.
Ma è tardi, ormai.
E a me non interessa poi più di tanto.

E’ una bella giornata, fumo una sigaretta, ho una giusta dose di sonno.
Il pefezionismo sentimentale mi ha rovinato la vita.
Col senno di poi, mannaggia, sarebbe stato meglio scegliere di diventare come i miei genitori.
Ma è tardi anche per quello, per fortuna.

4 risposte a "(Il) Divenire Distratto"

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  1. Dici che il perfezionismo sentimentale ti ha rovinato la vita. Io è un po’ che mi faccio domande su questo ed altro. https://ostricheamezzanotte.wordpress.com/2015/12/14/chi-si-accontenta-gode/
    Credo di essere arrivata alla conclusione che le nostre predisposizioni rispetto a certi fatti della vita non ci è dato sceglierle e qualunque forzatura porterebbe risultati peggiori della premessa. Possiamo solo assecondarle per rimanerne delusi il meno possibile.
    Il link è a un blog privato, ma se vuoi bussa che apro la porta.

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